Produzione letteraria ed elementi di originalità
Appartenente alla corte di Lorenzo de' Medici, al quale era legato da personale amicizia, Luigi Pulci riprese la materia carolingia e si oppose al neoplatonismo; egli, infatti, perseguiva ideali letterari opposti che si ispiravano alla poesia popolare e alla tradizione dei cantari e che generarono un culto per il lessico basso e lo stile grottesco. Questo elemento è ben visibile nel Morgante, sua più grande opera, in cui vengono inseriti elementi comici e satirici; in esso, inoltre, si ha un rovesciamento dell'etica ufficiale che viene applicato tramite la dissacrazione comica e la deformazione caricaturale.
Il poeta, sostenendo una visione "carnevalesca" , che osserva il mondo ribaltandone comicamente le gerarchie culturali e sociali, si prende gioco in modo sfrontato della cultura illustre. Questo, nonostante la corte medicea, ormai conquistata dal neoplatonismo, fosse aperta anche ad esperienze differenti, procurò a Pulci numerosi problemi. Quando, infatti, la satira di quest'ultimo nei confronti della cultura alta e del neoplatonismo si fece più irriverente e blasfema, egli venne emarginato poiché accusato di pratiche magiche, empietà ed eresia.
Lo scrittore prende spunto dal romanzo cavalleresco e lo rielabora mediante una lingua vigorosa, ricca di coloriture e attratta dalla deformazione verbale e dai termini di registro basso; egli utilizza una lingua adeguata, che si esprime attraverso la parodia e il grottesco, per parlare di una realtà antiumanistica e irrazionale, la quale si presenta come un caotico spettacolo, dove, tra rapidi movimenti, apparizioni sorprendenti, scontri e duelli, ogni gesto risulta eccessivo e sproporzionato, sfuggendo, così, a ogni misura e coerenza e risultando confuso e incongruente, poiché, secondo Pulci, così è il mondo che ci circonda. Su questo sfondo i personaggi si muovono come marionette.
Il poeta, sostenendo una visione "carnevalesca" , che osserva il mondo ribaltandone comicamente le gerarchie culturali e sociali, si prende gioco in modo sfrontato della cultura illustre. Questo, nonostante la corte medicea, ormai conquistata dal neoplatonismo, fosse aperta anche ad esperienze differenti, procurò a Pulci numerosi problemi. Quando, infatti, la satira di quest'ultimo nei confronti della cultura alta e del neoplatonismo si fece più irriverente e blasfema, egli venne emarginato poiché accusato di pratiche magiche, empietà ed eresia.
Lo scrittore prende spunto dal romanzo cavalleresco e lo rielabora mediante una lingua vigorosa, ricca di coloriture e attratta dalla deformazione verbale e dai termini di registro basso; egli utilizza una lingua adeguata, che si esprime attraverso la parodia e il grottesco, per parlare di una realtà antiumanistica e irrazionale, la quale si presenta come un caotico spettacolo, dove, tra rapidi movimenti, apparizioni sorprendenti, scontri e duelli, ogni gesto risulta eccessivo e sproporzionato, sfuggendo, così, a ogni misura e coerenza e risultando confuso e incongruente, poiché, secondo Pulci, così è il mondo che ci circonda. Su questo sfondo i personaggi si muovono come marionette.